Riferimenti normativi nazionali e europei
Nel marzo 1998 durante la prima European Breast Cancer Conference (Dichiarazione di Firenze) è stato stabilito che le donne portatrici di un tumore al seno devono essere curate da team multidisciplinari.
Nel 2000 la European Society of Breast Cancer Specialists (EUSOMA) ha pubblicato il primo articolo sui requisiiti che un centro di senologia deve avere per poter svolgere la sua attività.
Nel 2003 il Parlamento Europeo ha raccomandato che tutte le donne europee fossero curate in una rete di centri multidisciplinari certificati secondo i requisiti di Eusoma descritti dall'articolo sopra citato.
Nel 2006 un’altra risoluzione del Parlamento Europeo invita gli stati membri a costituire entro il 2016 centri multisciplinari per la cura del tumore della mammella.
Il Parlamento Italiano, in una mozione del Senato del 15 ottobre 2003 e della Camera del 9 luglio 2003 e del 3 marzo 2004, ha sottolineato la necessità di garantire a tutte le donne affette da carcinoma della mammella il diritto ad essere curate in una rete di centri di senologia certificati e interdisciplinari che soddisfino standard di qualità ed efficacia della cura.
A partire dal 2005 alcune regioni hanno formalizzato, con una legge regionale, l'istituzione dei centri di senologia.
Nel 2011 la XII Commissione Permanente del Senato (Igiene e Sanità) ha svolto un’Indagine conoscitiva sulle Malattie ad andamento degenerativo di particolare rilevanza sociale, con specifico riguardo al tumore della mammella, alle malattie reumatiche croniche ed alla sindrome HIV. Tale indagine ha permesso di far emergere la necessità di costituire le Breast Unit secondo i requisiti europei ed ha portato ad una delibera del 6 aprile 2011, che impegna il governo ad invitare le Regioni a ridurre l’utilizzo dei centri di senologia che non superano la soglia dei 150 casi trattati all’anno.
In data 4 settembre 2012 il Dipartimento della Programmazione e dell'Ordinamento e del Servizio Sanitario Nazionale - Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute ha istituito un Gruppo di lavoro per la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della Rete delle Strutture di Senologia. Tale gruppo ha lavorato alla predisposizione di un documento che definisce le caratteristiche organizzative, i requisiti qualitativi e quantitativi della rete delle strutture di senologia per l'implementazione di tali strutture nel nostro paese.
Nella conferenza Stato Regioni del 5 agosto e del 18 dicembre 2014, è stato discusso e approvato, su proposta del Ministro della salute Beatrice Lorenzin, il Regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" nel quale si forniscono indicazioni, in linea con quelle provenienti dall’Unione Europea, finalizzate a sollecitare specifici percorsi di integrazione terapeutici assistenziali quali ad es. quelli relativi alla presa in carico multidisciplinare delle pazienti affette da neoplasia mammaria attraverso le unità mammarie interdisciplinari (breast unit), nonché di quelle di cui al documento di indirizzo nazionale avente ad oggetto la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia, elaborato dal gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero della salute, Regioni e PA ed esperti di Agenas e di società scientifiche.
Tale documento, scaricabile anche da questo sito, è stato ufficilamente divulgato in occasione del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, e presentato dalla Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute in una conferenza su “Awareness and Commitment for Breast Cancer in the Health System ” tenutasi il 19 dicembre, presso l’Auditorium del Ministero della Salute di Roma.
Quest’organizzazione è certamente molto complessa, ma risponde a precise conoscenze scientifiche, perché è ormai riconosciuto da anni che il trattamento all’interno di Centri di Senologia specializzati aumenta la sopravvivenza e la qualità della vita di donne con diagnosi di cancro della mammella.